Spettacoli IC

             

       C’ERA DUE VOLTE LA BARONESSA LAMBERTA 
  (allestimento originale dal romanzo di Gianni Rodari
          “C’era due volte il Barone Lamberto”).

“In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta, in mezzo al lago d’Orta, ma non proprio a metà, c’e l’isola di San Giulio, in mezzo all’isola di San Giulio c’è la villa della baronessa Lamberta, una signora molto vecchia, assai ricca, sempre malata…” : inizia così il nostro spettacolo, in un modo simile all’incipit del famoso romanzo di Rodari, di cui è stato realizzato un allestimento “originale” cercando di non tradirne lo spirito, la leggerezza, l’ironia, la poesia, il messaggio. 

Da tre anni tre gruppi di ragazzi attendono di andare in scena e da tre anni vengono delusi perché il progetto viene interrotto a causa della pandemia. Il tempo passa, trascorre il centenario della nascita di Rodari ( 1980-2020) a cui si voleva fare omaggio, la scuola media per molti di questi giovani ha termine e il testo vive solo nella loro immaginazione, restando per la maggioranza di loro unicamente un’idea, una manciata di improvvisazioni senza una forma definitiva, un bellissima storia teatralmente incompiuta. 

Quest’anno,  finalmente il Barone Lamberto avrà una sua vita anche sulle tavole del palcoscenico
con il suo fedele maggiordomo Anselmo, ma sarà una Baronessa e accanto a lei ci sarà la governate Anselma. Speriamo  non ce ne voglia Rodari, ma a teatro e ancor più in un laboratorio teatrale,
può succedere anche questo, anzi deve succedere, si adatta un testo ai ragazzi e non viceversa,
soprattutto quando fra di loro ci sono effettivamente una Baronessa, una governante e due “signore”
Zanzi e Merlo che non vedono l’ora di “giocare” a raccontare questa magnifica storia, in cui l’autore ci invita in ogni istante a realizzare i nostri desideri e a dare vita ai nostri sogni, senza avere paura della fine, almeno finché ci sarà sempre qualcuno che ci chiamerà per nome. 

Con la scelta delle musiche e dei costumi si è voluto in qualche modo ricreare l’atmosfera degli anni
‘70, epoca in cui si presuppone sia ambientata la storia, benché Rodari non lo abbia scritto espressamente, forse perché in tutte le “favole” in fondo,  il tempo è indeterminato. 

 

"CANZONE DEI FE LICI POCHI E DEGLI INFELICI MOLTI ”

(allestimento originale da “La Canzone degli F.P. e degli I.M.” tratta da “Il mondo salvato dai ragazzini e altri poemi” di Elsa Morante

ATTO UNICO

Elsa Morante con la sua resistenza permanente nei confronti dell’omologazione ne “La Canzone degli F.P. e dei gli I.M.”, pubblicata con altri poemi e canzoni nel 1968,  ne “Il mondo salvato dai ragazzini” , lancia un messaggio rivoluzionario: si può essere felici. Anche in un mondo di cinici, di manipolatori e consapevolmente manipolati, anche in questa dittatura della felicità nella quale viviamo, dove i felici, quelli veri, sono pericolosi eversori guardati con sospetto. Si può essere felici.

I Felici Pochi (F.P.) si distinguono dagli Infelici Molti (I.M.) per la loro ostinata allegria contro tutti i tentativi di oppressione e di intimidazione del potere. Tra i F.P. ci sono  soprattutto i bambini e gli adolescenti, rappresentanti dell’immaginazione e dell’utopia e poi Mozart e Rimbaud, Edipo e Cristo e quanti sono espressione di un’umanità che ricerca la gioia e la felicità ma è costantemente oppressa dalla tragedia e dalle numerose forme del potere.
I felici pochi “mantengono la coscienza e il senso della bellezza”, hanno compreso il vero significato del concetto di Realtà; hanno smesso di occuparsi di questioni infime come reputazione, bellezza o appagamento fisico: uno scopo più grande li guida.

Ma come può essere felice un condannato al rogo o un incarcerato, o un giovane morto prematuramente? Come può essere infelice un dittatore con una nazione ai suoi piedi? – è perché, in via definitiva, la Realtà non è quella che appare.

Con questa riduzione teatrale della Canzone, che è un'elaborazione piuttosto libera perché proposta nel 2022 ad un gruppo di giovani interpreti di 12-13 anni, si spera di aver conservato la religiosità e l'universalità del messaggio dell’autrice e di averlo trasmesso ai ragazzi, rendendolo loro comprensibile, assimilabile e attuale.    Marcella Rembado e Luisa Schiapparelli